martedì 14 febbraio 2012

6 pt - Non sono pazza

Non ne parlo mai del puntino luminoso, Uno, né al telefono con Lui né con me stessa, nell'intimità dei miei pensieri. Cerco di comportarmi come se non esistesse, come se non fosse mai stato depositato sulle pareti del mio utero.
L'immagine che ho di Uno è quella sul monitor dell'ecografo. Lo vedo sgusciare fuori dall'ago e posarsi lì, da solo, esitante, sotto i nostri sguardi. Sotto il mio sguardo attento, ma rabbioso.

Il sentimento che mi ha accompagnato fin dall'inizio, dal giorno del transfer è la rabbia.
Mi sono sentita più arrabbiata che felice, più rancorosa e triste che emozionata. Questo sentimento mi ha dominato in questi quattro giorni, non lasciando spazio alle emozioni positive.


Per questo sono riuscita ad estraniarmi così bene dal pensiero del test, perché mi sono concentrata su me stessa.

Il terzo giorno di coltura noi avevamo sei embrioni vivi. SEI. Non avevamo mai ottenuto tanta abbondanza. Ma soprattutto non ero mai stata in grado di fare un transfer a questo punto, perché sempre sul filo dell'iperstimolo.

Questa volta era andato tutto bene, la terapia era quella giusta, io mi sentivo in forma e non rischiavo l'iperstimolo, avevamo recuperato un bel numero di ovociti da cui erano germogliati sei embrioni. Questa volta poteva essere quella giusta e se non fosse andata bene avremmo potuto contare su altri piccoli sopravvissuti, senza ricominciare tutto daccapo.

E invece eccolo lì, sul monitor, Uno. Unico superstite di una selezione "naturale" che non lascia scampo.
Mi ha fatto quasi pena. Sembrava la particella di sodio: "C'è nessunoooooo????".

Guardavo quel puntino e pensavo: "E voi, cinque fratelli ingrati, perché non avete resistito?".
E se tra quei cinque ci fosse stato nostro figlio? E se uno di loro, trasferito dentro di me prima di lasciarsi morire, si fosse attaccato a me e avesse proseguito la sua crescita, avvolto dal calore dei miei tessuti?
E se avessi insistito per fare il transfer il terzo giorno? E se... Un milione di se.

A un certo punto, durante il viaggio di ritorno, ho iniziato a immaginarmi il colloquio con Orso Balù, già fissato per il mese prossimo. Ho riversato tutta la mia rabbia su di lui, gli ho detto che non ero d'accordo sulla scelta di coltivare a blastocisti i nostri sei embrioni, che era ovvio che nel migliore dei casi ne sopravvivesse uno o al massimo due (statisticamente solo il 25% arriva al quinto giorno). Gli ho detto che la prossima volta non voglio correre questo maledetto rischio, che loro hanno maggiori probabilità di sopravvivenza dentro di me. Che me ne fotto di quello che lui e la biologa sostengono in merito a quanto sono ganzi i blastocisti, perché io mi rifiuto di rischiare di rimanere senza embrioni dopo tutta la fatica che facciamo per ottenerli. Me ne sbatto se sembrerò un'antipatica saputella che si erge a medico, lo so solo io quanto tempo ho passato su internet negli ultimi tre anni a leggere, studiare, valutare, confrontare. Non sarò un medico, ma di sicuro ne so un po' di più di tutti i ginecologi che ho conosciuto prima di approdare nel suo centro sterilità. Sono stata chiara??!

... ... ...

Forse mi prenderete per pazza ma questo discorso, con mille varianti e toni più o meno da stronza me lo sono ripetuto decine di volte in questi sei giorni, spesso anche la notte.

Non ho avuto tempo di pensare a lui, a quel puntino sul monitor, non gli ho dato speranza, con gli ho concesso il beneficio del dubbio.

Che stronza.

5 commenti:

  1. Il puntino farà il suo lavoro a prescindere dal tuo interessamento. Se deve andare andrà, e manca poco ormai per saperlo.
    Resisti!

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  2. Lei, sono arrivata oggi ad aggiornarmi e leggo che sei già al 6 pt. Non so, sarà l'ingenuo ottimismo, ma il mio cuore ha sobbalzato in petto. Mi sembra già un enorme traguardo. Comprendo la tua rabbia, alla fine siamo nelle loro mani per certi aspetti. Resto incrociata per te, faccio il tifo a più non posso, ci spero con tutta me stessa. Te lo auguro di cuore :D

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  3. Mi hai fatto ridere.Mi ricordi me quando sono inaccchiata con il mondo, sono contorta che poi me la prendo con marito povero che non c' entra.. e se continuavo e se .. e se non nasceva piccola.. e se... e lui se ne spuntato" sii felice di questo piccolo miracolo meraviglioso"In qualunque caso cosa accadra' è stato un bel traguardo e ne devi essere orgogliosa..non è il numero che fa la conta, ma il puntino decide di per se... Io lo chiamavo chicco di riso.Forza.!!

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  4. Cara vedrai che andrà tutto per il meglio,ma devi crederci con tutta te stessa!Lui ha bisogno di tutta la tua positività per poter sopravvivere!
    Pace dell'Io cara,e buon lunedì.

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  5. Anche se ora è passato volevo solo dirti che la tua arrabbiatura è giusta e condivisibile e avresti fatto bene a dirgli queste cose. Al di la dell'essere medico è l'informazione che conta.
    Ma ora pensiamo ad altro.
    ...al puntino luminoso sul monitor e dentro di te.

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