mercoledì 16 novembre 2011

Colpo di mano del (l'ex) governo su PMA

Certo, c'era da ribadirlo e sottolinearlo che in Italia è vietato fare la diagnosi preimpianto. Era necessario.
E poi, ma che tempismo! Meglio mettere bene bene le cose in chiaro prima di lasciare la palla a sottosegretari o ministri blasfemi, che potrebbero riconsiderare la Legge 40.
E' meglio confermare (ma c'era davvero bisogno di farlo?) i divieti imposti dalla legge, per far capire alla gente che le sentenze emesse dai tribunali a favore di coppie a cui viene riconosciuto il diritto di effettuare la diagnosi preimpianto, perché portatori di gravi malattie, sono sbagliate.
Peccato che nella discussissima legge il divieto non è esplicitato. E comunque dopo le recenti sentenze dei trbunali non viene applicato.

Ma che razza di persone possono essere quelle che si credono in grado di vestire i panni di due giovani aspiranti genitori, portatori sani di gravi malattie genetiche, che hanno come unica scelta quella di tirare i dadi e sperare che esca il 25% di probabilità di avere un bambino sano. No, non hanno un'unica scelta, possono scegliere di non avere figli.

Io penso che manchi la capacità da parte di chi scrive per noi le leggi di considerare laicamente questo aspetto (e molti altri). Penso che manchi l'umanità, l'empatia, la compassione, la ragionevolezza.
Oltre che quella struttura sociale, di assistenza economica, psicologica, sanitaria che consentirebbe alle famiglie con bimbi malati anche gravemente di vivere con dignità.

Facile dettare legge quando a casa ti aspetta un bellissimo e sanissimo bambino coi riccioli biondi, e non un disabile dipendente da te per tutta la vita.

Il paradosso è che si dice a queste sfortunate coppie: non puoi fare la diagnosi preventiva perché dobbiamo garantire la salute e lo sviluppo di tutti gli embrioni, ma se l'amniocentesi rivela gravi malattie puoi abortire.
Attenzione, parliamo dell'aborto di UN BAMBINO!! Non di poche cellule visibili solo al microscopio.

Una contraddizione in termini. Una crudeltà gratuita, inflitta senza fondamenti scientifici, basata unicamente su posizioni ideologiche di ispirazione religiosa.

La diagnosi preimpianto dovrebbe invece essere possibile per tutti coloro che fanno la fecondazione assistita, se ci consente di evitare l'atroce sofferenza dell'aborto terapeutico, l'umiliazione di scegliere se far nascere o meno tuo figlio, dopo averlo sentito scalciare nella tua pancia.

Perché per comprendere la sofferenza degli altri è necessario sperimentare in prima persona? Se la Sig.ra Roccella fosse passata attraverso questa dolorosissima esperienza, continuerebbe a pensarla allo stesso modo?

Sono tremendamente arrabbiata. E triste.

3 commenti:

  1. Quanto fanno male questi atteggiamenti, davvero, hai ragione ad essere rattristata e arrabbiata.
    Proprio oggi un'amica mi diceva di una sua amica che era incinta di un bimbo con la sindrome Down, ma in ospedale non la volevano fare abortire a 12 settimane (che gia' cmq farlo a 12 settimane non e' un gioco da ragazzi, emotivamente parlando!), quindi tentenna che ritentenna, lei e' arrivata mi pare alle soglie del 5o mese. Quando poi si e' decisa a non ascoltare questi dell'ospedale, era quasi fuori tempo massimo per abortire, ma ci e' riuscita. Pero' a quel punto la sofferenza e' molta di piu', perche' ormai come dici tu, lo hai sentito scalciare, e poi devi partorire ed e' tutto piu coinvolgente.
    Da un embrione di poche cellule a un bimbo di 5 mesi ne passa di consapevolezza e di coivolgimento emotivo, ne passa tanto!

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  2. Anche io ho fatto un post su questa cosa. E' follia pura, tanto più che è stato chiaramente un ultimo favore alla chiesa prima di abbandonare la portrona. Per la serie "ricordatevi degli amici!" però sulla pelle delle persone sfortunate. Io a loro auguro tutto il dolore possibile.

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  3. Capisco i tuoi pensieri: le tue parole potrebbero essere le mie...

    In realtà una mia amica di cub ha fatto pma con diagnosi preimpianto in Italia, presso un dottore di Roma che se ne occupa, credo sia l'unico...

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