mercoledì 19 ottobre 2011

Che cos'è un embrione nell'immaginario collettivo

Embrione allo stadio di blastocisti.
Ieri la Corte di Giustizia dell'Unione Europea ha stabilito che non si può brevettare un procedimento che utilizzi cellule staminali embrionali a fini di ricerca scientifica, in quanto ciò comporterebbe la distruzione dell'embrione e, secondo la Corte di Giustizia, “sin dalla fase della sua fecondazione qualsiasi ovulo umano deve essere considerato come un embrione umano, dal momento che la fecondazione è tale da dare avvio al processo di sviluppo di un essere umano”.

Cerco di non entrare più di tanto nel merito della notizia in sé. Anche se a riguardo avrei diverse cosette da dire...

Ne traggo però spunto perché i commenti agli articoli giornalistici che trattano questo genere di temi si sprecano, e questo non fa eccezione, e leggendoli ti accorgi di quanta ignoranza non consapevole c'è su questo argomento (io seguo il blog di Ludovica Amici, su Il Fatto quotidiano, ci sono un paio di post che hanno raccolto svariate opinioni).
E mi riferisco anche ad articoli che trattano specificatamente la fecondazione assistita. Vi giuro c'è da farsi venire l'ulcera!

Io ho provato varie volte a scrivere in risposta a commenti che mi hanno fatto rabbrividire, ma dire che è inutile è dire poco. Ci si scontra con un muro di gomma composto da ignoranti bigotti fermi sulle proprie idee, che tirano in ballo Dio e il suo volere una frase sì, l'altra anche.

Che l'argomento sia la fecondazione assistita o la ricerca sulle cellule staminali embrionali, tutto si riduce sempre a questo: un embrione è un essere umano, anche se è composto di poche cellule e si trova sul vetrino di un laboratorio.

Io comprendo che la questione è complessa, che i risvolti di carattere etico hanno la loro importanza. E io ne ho profondo rispetto, davvero. Ma c'è molta confusione sui concetti che stanno alla base di qualsiasi considerazione e lecito dibattito che si fanno sull'argomento.

Per esempio, nell'immaginario collettivo un embrione è (enfatizzo un po') un bimbo dalle guanciotte pacioccose e le manine cicciottelle che nuota allegramente nella pancia della sua mamma. O comunque, nella migliore delle ipotesi, un feto. Il feto di un bambino.
Così come, sempre nell'imaginario comune, la fecondazione assistita è una pratica effettuata in laboratorio i cui meccanismi non sono ben chiari, ma caratterizzata dall'esito certo e dalla possibilità di scegliere i caratteri genetici del futuro nascituro. Nonché una pratica alla quale affidarsi con fiducia dopo i 45 anni, dopo aver dato spazio alla carriera e ai viaggi, tanto c'è la PMA.

Ora, io so di avere il nervo scoperto e di avere per ovvie ragioni un bagaglio di conoscenze in questo campo superiori alla media nazionale, ma non credo di aver avuto una visione così distorta prima di essere catalogata coppia infertile.

Io sapevo cos'era un embrione.
Sapevo qual'era la differenza tra un embrione e un feto.
Non avevo le conoscenze tecniche che mi permettono oggi di parlare con cognizione, ma non giudicavo.

Due anni fa (come oggi) non mi sarei mai sognata di affermare che usare un embrione di 8 cellule per curare il morbo di Parkinson equivale a uccidere un bambino.
Due anni fa (come oggi) non avrei mai pensato che una coppia infertile fa la PMA perché si vuole accanire contro il giusto corso della natura.

E non sto parlando di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, che è soggettivo.
Mi interrogo su quanto sono cambiata alla luce dell'esperienza diretta che ho maturato negli ultimi due anni.
Ero così diversa da oggi due anni fa?

Cos'è per me un embrione oggi?
Nonostante tutti i significati che attribuisco ai nostri embrioni quando me li trasferiscono nell'utero o quando ci aspettano nel congelatore, nonostante la consapevolezza che racchiudono il nostro patrimonio genetico, che ci appartengono perché sono una parte di noi, io so che sono solo 4-6-8 cellule.
Delle meravigliose cellule, pensi mentre le osservi sul monitor dell'ecografo. E ti commuovi mentre lo pensi.
Ma non fanno di te una donna incinta.

3 commenti:

  1. Anch'io mi chiedo spesso: "Ero così diversa" nel 2007, quando ho iniziato questo percorso, quando poco sapevo della fecondazione e degli embrioni?
    Andai a votare al referendum, pensando - ingenua? - che sarebbe potuto capitare a me - preveggente? - ma non pensai a un ammasso di cellule... tuttavia pensai già che le leggi spesso sono fatte da chi non conosce bene gli argomenti su cui fa le leggi e... la vita continua ancora oggi...
    forse solo andando avanti per la nostra strada riusciremo ad abbattere i "muri di gomma".
    In bocca al lupo per tutto

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  2. Benvenuta md76 :-)
    In bocca al lupo a te per la meravigliosa cosa che ti sta capitando, sono sinceramente contenta per te.
    Un abbraccio

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  3. Oh mamma mia che rabbia...hai perfettamente ragione, un embrione non e' un bambino con le guance paffute, e se usare un embrione puo' servire a curare morbi vari, che ben venga!!
    Comunque, poi, a me fa rabia anche l'assurdita' e l'incoerenza di chi sostiene queste posizioni, e poi ti dice che 'ah no, anche se hai prodotto 10 ovuli, noi te ne facciamo fecondare al massimo 3, gli altri li devi buttare via'. Come se quelli no fossero vita. Tzk.

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