giovedì 6 ottobre 2011

Fare outing?

Siamo persone molto riservate e gelose della nostra privacy. 
Quando abbiamo scoperto la nostra infertilità non abbiamo divulgato la notizia a parenti e amici, non ne abbiamo reso partecipi i genitori, abbiamo affrontato la situazione senza coinvolgere nessuno.

Anche oggi in pochi sanno dei nostri problemi e del nostro percorso di Pma.
Mi sono spesso chiesta il perché noi e tantissime atre coppie tendiamo a nascondere l'infertilità, spesso raccontando un mare di bugie a giustificazione di assenze e cambi di programma che inevitabilmente questo percorso comporta. Ti domandano tutti (maleducatamente e spudoratamente) quando farai un figlio e tu rispondi che non ne vuoi, che vuoi aspettare, che hai altre priorità. Si domandano come mai fai tutte quelle assenze sul lavoro, perché devi fare (e poi spesso ripetere) quel piccolo intervento che ti fa stare a casa una settimana.
Chi, tra noi fivettare, non ha mai usato l'intramontabile scusa della ciste ovarica?? :-)

Cosa c'è dietro alla ritrosia che abbiamo quasi tutti a parlare di questo argomento? In fondo non c'è nulla di cui vergognarsi.


C'è tutto un mondo, dietro.
C'è la totale, evidente mancanza di conoscenza sull'argomento delle persone con cui si parla.
C'è lo scetticismo nei confronti di una pratica che, per la maggior parte delle persone fertili, è considerata artificiale, contro-natura, eticamente scorretta (usando i termini più leggeri).
C'è il pudore, nel cercare di preservare un aspetto della vita di coppia che dovrebbe essere privato, inviolabile.

Queste cose ce le rammentano ogni giorno gli articoli di giornale, soprattutto i commenti ai suddetti articoli, le chiacchiere con i familiari e gli amici.
Pensi che, in fondo, hai già abbastanza cose a cui pensare, senza dover anche perdere tempo a spiegare alle persone perché non hai figli, cos'è la fecondazione in vitro, giustificare le tue scelte come se ci fosse qualcosa di cui scusarsi.

Ma periodicamente rimetto in discussione questa mia scelta di non parlane, riflettendo sul fatto che l'ignoranza delle persone si può combattere. Facendo corretta informazione, parlando di infertillità e fecondazione assistita in modo naturale, tranquillamente. Forse farebbe meno paura.
Certo, non basterebbe. Educare e informare le persone dovrebbe essere un compito dello Stato e ciò in Italia, putroppo, non avviene.
Ma sarebbe comunque un punto di partenza, no? Nel nostro piccolo potremmo contribuire a rendere i nostri amici, colleghi, familiari più consapevoli e ad avere gli strumenti per farsi un'opinione realistica su questo "mondo" così lontano da loro.

Ho conosciuto alcune amiche di PMA che hanno fatto la scelta di parlare.
Io le ammiro e le invidio anche un po'.

Io, a un certo punto di questo percorso, ne ho parlato con poche e selezionate amiche e devo dire che di questa cosa non mi sono mai pentita. Ammetto di essere piuttosto fortunata in fatto di amicizie.

Ma forse non mi sento ancora pronta per lo step successivo.

12 commenti:

  1. Ciao Lei!
    Vengo dal blog candy di Nina, e sono molto contenta di leggere della tua volonta' di rompere questo tabu! Io ho fatto due Fivet in UK, e li non ho percepito tutti questi ostacoli sociali. Ci sono anche tanti blogs e libri a proposito della PMA, in inglese. Mentre in italiano poco o niente - per questo ho deciso di aprire il blog. circa un anno fa, quando anch;io mi apprestavo a farmi la prima pera...quella che poi mi diede la sensazione id onnipotenza e super forza di chi, se puo' fare quello, puo' fare tutto nella vita :-))

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  2. Ciao Sfollicolatamente. Grazie per il tuo commento.
    La mia (la nostra) non è una precisa volontà. O meglio la volontà forse ci sarebbe, ma non ci sentiamo ancora pronti purtroppo.
    Ci rendiamo conto che c'è molta, troppa ignoranza e la gente vede solo quello che vuole vedere, ragiona per preconcetti, non si mette in discussione.
    Durante il nostro primo tentativo, quando sono stata a casa a riposo forzato per rischio iperstimolo, ho avuto uno "scambio" con la ragazza che mi fa le pulizie che mi ha un po' shoccato. La violenza con cui faceva certe affermazioni, convinta di sapere tutto, in un momento di estrema fragilità come quello, mi ha bloccato.
    Oggi mi sento più forte di allora, ma non credo di sentirmi ancora all'altezza. E così mio marito (anzi, per lui è peggio che per me).
    Ma sento di potercela fare, un giorno.
    Un abbraccio

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  3. Ciao, anch'io arrivo dal blog di Nina.
    Noi siamo "molto più indietro di voi" in questo percorso: fra qualche settimana sapremo se la PMA sarà l'unica strada o se ci danno ancora qualche possibilità. DA lì poi cominceremo il nostro percorso personale per capire cosa vorremo fare del nostro futuro. In tutto ciò mi sento molto vicina a quel che dici. Per il momento abbiamo scelto di "fare outing" solo con i nostri genitori. Perché, come dici tu, "hai già abbastanza cose a cui pensare, senza dover anche perdere tempo a spiegare alle persone perché non hai figli, cos'è la fecondazione in vitro, giustificare le tue scelte come se ci fosse qualcosa di cui scusarsi".
    Ammiro chi riesce a parlarne veramente, a fare informazione. Io al momento non mi sento _ancora_ abbastanza forte per questo. Magari un domani, chissà.
    Anche se a volte forse parlarne apertamente semplificherebbe tutto.
    ...non so forse mi sono ingarbugliata...
    In ogni caso, passerò di qui a leggerti spesso, immagino. :-)

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  4. Ciao Chiara, mi fa tanto piacere che sei approdata qui, passa spesso se ti va, io cercherò di scrivere spesso perché ho tante, tante cose da dire. Lui scriverà un po' meno perché è molto impegnato con il lavoro, ma lo farà anche lui, fornendoci un punto di vista maschile di cui spesso abbiamo bisogno.
    Ti auguro con tutto il cuore di non avere la PMA come unica possibilità. Ti auguro di non averne bisogno.
    Ma se intraprenderai questo percorso e avrai bisogno di qualche info o consiglio da chi ci è passato noi siamo qui.
    Un abbraccio

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  5. io invece penso che sia impossibile spiegare questo percorso a chi non lo fa. Ho scelto di non fare outing per carattere, ma anche perchè 5 anni fa, in tempi non sospetti, una mia collega ha avuto a che fare con la pma e ne ha parlato a tutti.. e non sapete quante belle faccine davanti e quanti commenti stupidi alle spalle. Quindi, poichè la stupidità e l'ignoranza dilagano, preferisco non fare outing. Lo sanno le nostre famiglie, per sommi capi, e basta. Il mio blog alla fine è nato anche per questo.. sfogarmi visto che non posso farlo con altri, ma credo che oggi sia la scelta più corretta, per quanto condivida le tua riflessioni in tutto e per tutto.
    http://cicognadovesei.blogspot.com/

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    1. Ciao io!Ma sai quanto ti ho cercata e non trovata..il tuo vecchio blog non esiste più?Ho provato a passare a trovarti nel nuovo,ma non posso scrivere li,perchè ho wordpress io...peccato.Ma ti leggo cmq con piacere,all'ombra,ma ci sono.Baci

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  6. Mi sono sentita toccata dall'argomento...anche io sono tra quelle che hanno tenuto nascosto il proprio percorso di pma...o meglio,solo la mia migliore amica ne è al corrente..i familiari assolutamente no.Per vergogna?No,io sono orgogliosa di aver lottato per la Fagiolina che cresce nella mia pancia.Ma sono certa che non capirebbero tutto ciò a cui mi sono sottoposta per avere un figlio.Loro mica hanno avuto problemi...in realtà nemmeno io ne ho,non arrivava e basta,senza nessun motivo.
    Grazie per questo post..mi piace il tuo blog.
    A presto...

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  7. Grazie a te per esserti fermata qui :)
    Io ancora mi interrogo su quale sia la scelta giusta. Sono combattuta tra il desiderio di tutelare la mia preziosissima privacy e quello di aprirmi, evitando sotterfugi e bugie. Per il momento, vince ancora il primo :)
    A presto

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    1. Sai,per me non è tanto voglia di tutelarmi,quanto forse più voglia di tenere per me tutto quanto,non degnare nessuno del mio percorso fatto,considerarli inferiori a ciò che sono stata io...Egoista ed esibizionista?Forse un pò..Alla fine...ad inventarmi un bel viaggio mi son pure divertita...quando mi si chiamava al telefono inventavo posti che avevo visitato..ho anche fatto shopping che poi ho esibito conorgoglio.E tornare sapendo che una..anzi,inizialmente 3 piccole vite cercavano un posticino dentro di me...mamma mia che sensazione!E sapere che la mia Fagiolina è speciale proprio per tutto questo...non ha prezzo sai?
      Diciamo che il mio è un discorso puramente egoistico:non voglio condivodere niente con nessuno...tranne che con voi blogger amiche chiaramente ;-)
      A presto

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  8. Le tue parole mi hanno fatto riflettere.
    Devo ammettere che anche io spesso non reputo gli altri in grado di capire il nostro percorso e il nostro trascorso. Mi sento un po' superiore, è dura ammetterlo.
    Mi sento più a mio agio con chi "parla la mia stessa lingua".
    Mi sono sorpresa a considerare donne conosciute di recente in ambito PMA grandi amiche.
    I raduni e le cene con le mie amiche di PMA sono tra i ricordi recenti più divertenti e spensierati che conservo nel cuore.
    :)

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  9. Hai colpito nel centro...in questa situazione pecco di superiorità,hai proprio detto bene.Ma in effetti,se ci pensi,chi meglio di chi ci è passato può capire?Come spieghi la sofferenza,ma anche la gioia,mentre sei lì per pungerti la pancia,spararti ormoni a palla,vedere il tuo corpo che si gonfia(almeno,io con la gravidanza son partita già con i 2/3 kg della stimolazione..),poi parti col progesterone,cortisone ogni giorno..no,nessun'altro può capire!
    Si instaura una comunicazione particolare tra noi cosiddette "infertili"...e non è per cattiveria,ma di queste cose parlo senza problemi solo con chi sa di cosa parlo..
    Per questo non voglio condividere questo "segreto"con chi non capirebbe...figurati i miei familiari...direbbero magari che tanto prima o poi sarebbe arrivato cmq un figlio...si ma..prima o poi quando??Ho già 33 anni...che dovevo aspettare?Anzi,ho atteso anche troppo!
    Una buona giornata!

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  10. ho trovato oggi per caso il tuo blog e voglio leggere giorno dopo giorno tutto cio' che hai passato perche' io ho appena iniziato questo cammino lunghissimo e non privo di difficolta'. dobbiamo fare i conti con la curiosita' delle persone con poco cervello che non fanno che chiederti quanto ti decidi a mettere al mondo un figlio, consapevole che non te lo chiedono perche' ci tengono a te, ma perche' vogliono farsi i fatti tuoi; devi dare i conti con la tua testa perche' devi evitare di impazzire nel pensiero fisso che, almeno nel mio caso, tormenta ogni momento della tua giornata; devi fare i conti con l'ansia nell'attesa del risultato di un esame; devi fare i conti con la scienza e le medicine; devi guardare in faccia la realta' e devi lottare. grazie per aver condiviso la tua esperienza e spero che possa aiutarmi, adesso che ho iniziato.

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